Storia del Comune
Busachi è un centro di origini antiche, come testimoniano i numerosi siti archeologici rinvenuti nel territorio, dalle domus de janas risalenti al Neolitico ai nuraghi.
Il paese, dalle caratteristiche abitazioni costruite in trachite rosa, è suddiviso in tre rioni principali denominati “Busach’e susu”, “Busach’e josso” e “Campumajore”. L’origine del nome è incerta; tra le varie ipotesi vi è quella secondo cui deriverebbe da buxus, cioè “bosso”, un arbusto perenne sempreverde, molto comune nella zona; secondo una leggenda popolare l’origine del toponimo sarebbe, invece, da ricondurre al fondatore del villaggio, il pastore Pietro Busa.
In epoca medioevale Busachi fu capoluogo della curatoria del Barigadu nel giudicato di Arborea. Dal 1420 al 1478 fece parte del Marchesato di Oristano e in seguito fu incorporato alla corona aragonese. Dopo il 1500 divenne marchese di Busachi il conte di Sedilo Gerolamo Torresani, che finanziò due importanti costruzioni: “Collegiu”, un chiostro- cenobio con annessa chiesa intitolata a Santa Maria delle Grazie, affidato prima ai Gesuiti e in seguito agli Osservanti, e “Cunventu”, affidata ai Domenicani, di cui rimane solo la Chiesa di San Domenico, attualmente sconsacrata e che ospita il Museo del Costume tradizionale e del Lino.
Con l'editto del 4 maggio 1807, Busachi divenne una delle 15 province sarde e pochi anni dopo entrò a far parte dell’eredità di Donna Stefanina Ledà.
Dopo la formazione del Regno d’Italia in territorio sardo furono costituite le Provincie di Sassari e Cagliari: a quest’ultima apparteneva il Comune di Busachi che, nel 1974 entrò a far parte della provincia di Oristano, appena istituita.
Tra le opere architettoniche figurano la Chiesa parrocchiale intitolata a Sant'Antonio da Padova, di stile gotico - aragonese, consacrata nel 1759, con un campanile alto 48 metri; la Chiesa di San Bernardino risalente al 1600 e la Chiesa di Santa Susanna consacrata nel 1349, che si trova nell’omonimo villaggio campestre a 5 km dal paese.
Il paese, dalle caratteristiche abitazioni costruite in trachite rosa, è suddiviso in tre rioni principali denominati “Busach’e susu”, “Busach’e josso” e “Campumajore”. L’origine del nome è incerta; tra le varie ipotesi vi è quella secondo cui deriverebbe da buxus, cioè “bosso”, un arbusto perenne sempreverde, molto comune nella zona; secondo una leggenda popolare l’origine del toponimo sarebbe, invece, da ricondurre al fondatore del villaggio, il pastore Pietro Busa.
In epoca medioevale Busachi fu capoluogo della curatoria del Barigadu nel giudicato di Arborea. Dal 1420 al 1478 fece parte del Marchesato di Oristano e in seguito fu incorporato alla corona aragonese. Dopo il 1500 divenne marchese di Busachi il conte di Sedilo Gerolamo Torresani, che finanziò due importanti costruzioni: “Collegiu”, un chiostro- cenobio con annessa chiesa intitolata a Santa Maria delle Grazie, affidato prima ai Gesuiti e in seguito agli Osservanti, e “Cunventu”, affidata ai Domenicani, di cui rimane solo la Chiesa di San Domenico, attualmente sconsacrata e che ospita il Museo del Costume tradizionale e del Lino.
Con l'editto del 4 maggio 1807, Busachi divenne una delle 15 province sarde e pochi anni dopo entrò a far parte dell’eredità di Donna Stefanina Ledà.
Dopo la formazione del Regno d’Italia in territorio sardo furono costituite le Provincie di Sassari e Cagliari: a quest’ultima apparteneva il Comune di Busachi che, nel 1974 entrò a far parte della provincia di Oristano, appena istituita.
Tra le opere architettoniche figurano la Chiesa parrocchiale intitolata a Sant'Antonio da Padova, di stile gotico - aragonese, consacrata nel 1759, con un campanile alto 48 metri; la Chiesa di San Bernardino risalente al 1600 e la Chiesa di Santa Susanna consacrata nel 1349, che si trova nell’omonimo villaggio campestre a 5 km dal paese.